La Sardegna con i poveri della terra

Sabato 27 settembre 2008 ………. ore 8.45 …….

Inizia così una giornata densa di impegni per Zuri, una piccola borgata di Ghilarza, dove vivono circa cento persone, la metà anziani e appena due o tre bambini.
Quattromila persone giunte da ogni angolo della Sardegna, per lanciare un appello e protestare contro la crisi economica.

“ La Sardegna con i poveri della terra …….……. liberi dalle povertà, per un lavoro dignitoso e una vita dignitosa “ …… !!! Questo lo slogan della manifestazione ribatezzata anche “ il G8 dei poveri “ !!!

L’obiettivo dei promotori, tra cui associazioni, sindacati e Chiesa, è quello di redigere la “Carta di Zuri”, ossia un documento sui problemi concreti che affliggono la Sardegna e consegnarla oltre al Governo e alla Regione, ai rappresentanti del summit internazionale.

La serietà e la compostezza dei partecipanti hanno fatto da cornice ad una giornata splendida, accompagnata anche da un sole caldissimo.


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Piccola gaffe …
Giusto per iniziare in bellezza, alle ore 9,00 decidiamo di fare un po’ di servizio d’ordine ………
Una signora dall’aria molto distinta arriva con la sua auto , e si parcheggia a pochi passi dalla nostra postazione invasa da bandiere CISL e cartelloni con i nomi delle varie nazioni.
Un “ CISLINO “ molto premuroso si avvicina alla signora, chiedendole molto gentilmente di spostare la macchina nell’apposito parcheggio segnalato per i manifestanti.
La signora, con fare altrettanto gentile, sfoggia un sorriso adatto alla circostanza e risponde che per il momento la macchina sarebbe rimasta in quel punto ……… : “ sa, questo è il mio Comune, anzi veramente io sarei il capo di questo Comune ….. “
………… risposta abbastanza imbarazzata del nostro collega: “ …… ops …… mi scusi sig. Sindaco, non potevo sapere ….. “

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I primi autobus iniziano ad arrivare, e la strada principale di Soddì viene invasa da centinaia di bandiere della CISL e della UIL, dai vessilli gialli della Coldiretti, dagli striscioni della Caritas e delle Acli, e da quelli immancabili della FNP, FEMCA, FPS, CISL SCUOLA, Lavoratori SCAINI e ADICONSUM.
Alle 10 il lungo serpentone inizia la sua marcia verso la frazione di Zuri, per arrivare alla basilica di San Pietro, simbolo della signoria feudale degli Arborea, e per un giorno spettatore attento di una manifestazione che ha voluto dare voce al disagio, che ha detto basta alla povertà, che ha rimarcato il diritto ad un mondo di pace e di piena solidarietà tra i popoli.

Tantissimi gli interventi, a partire da quello del Vescovo di Nuoro, Mons. Pietro Meloni, che ha ricordato che “ anche il Vangelo è un annunzio di solidarietà e la debolezza diventa forza di speranza “.
Mario Medde rimarca con fermezza che “ il problema della povertà deve essere portato al centro del dibattito politico, e proprio il successo di questa manifestazione è il primo passo “.
Tra gli altri significativi interventi anche quello di Don Pietro Borrotzu della Pastorale per il Lavoro, che citando le parole del premio Nobel iraniano Shirin Ebadi ha detto: “ la nostra sfida è pensare sognando, ma bisogna gire in modo realistico, sperando di consegnare alle generazioni future un mondo migliore “.

Ecco quindi il messaggio di Zuri, un messaggio di pace e di speranza, una manifestazione pacifica ma ricca di dignità che ha fatto da contraltare al summit dei grandi della terra che si terrà il prossimo anno a La Maddalena.
Un’anticipazione del G8 dei grandi, che mette ancora più in risalto la netta differenza tra chi vive in uno stato di estrema povertà e chi invece, chiamato a prendere decisioni di vitale importanza, continua a spostare sempre più avanti delle scadenze che meriterebbero maggiore urgenza e una diversa considerazione.

Vi lascio con le immagini della manifestazione, che sicuramente parlano più delle parole, ed esprimono la voglia di promuovere pari dignità di sviluppo e senso di accoglienza nei confronti di tutti i popoli, combattendo ogni forma di prevaricazione e razzismo.

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La triste verità sull'Amianto

Compatto o friabile ..............
no, non stiamo parlando di pane, o di qualcos'altro di commestibile, ma dell'AMIANTO !!!
Qualcuno lo chiama ancora " eternit ", senza sapere ( o meglio ancora dimenticando ) che con questo termine si identifica un marchio commerciale.
Forse sarebbe opportuno invece chiamare le cose con il proprio nome, e cioè parlare di " coperture in cemento amianto ".

In natura è un materiale molto comune.
La sua resistenza al calore e la sua struttura fibrosa lo rendono adatto come materiale per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco, ma la sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l'uso in molti paesi.
Le polveri di amianto, respirate, provocano infatti l'asbestosi, nonché tumori della pleura, ovvero il mesotelioma pleurico e dei bronchi, ed il carcinoma polmonare.
Una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano.
Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell'aria non sia pericolosa; teoricamente l'inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma ed altre patologie mortali, tuttavia un'esposizione prolungata nel tempo o ad elevate quantità aumenta sensibilmente le probabilità di contrarle.
L'amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per produrre la miscela cemento-amianto (il cui nome commerciale era eternit) per la coibentazione di edifici, tetti, navi (ad esempio le portaerei classe Clemenceau ), treni; come materiale per l'edilizia (tegole, pavimenti, tubazioni, vernici), nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto (vernici, parti meccaniche), ma anche per la fabbricazione di corde, plastica e cartoni. Inoltre, la polvere di amianto è stata largamente utilizzata come coadiuvante nella filtrazione dei vini.

Dal 1992 in nessun paese dell'Unione Europea è più possibile commercializzare o utilizzare l'amianto per produrre beni o manufatti per lo più destinati all'edilizia,.
Ma purtroppo, ancora oggi, a distanza di oltre 15 anni dalla sua messa al bando, l'amianto ( riconosciuto essere cancerogeno ) è presente nelle coperture di molti edifici destinati a civile abitazione, in molte tubazioni di impianti termici come coibentante, in molti pannelli utilizzati come divisori di ambienti interni, nell'aria e sul suolo di pubbliche vie, posto che i ferodi dei sistemi frenanti di molte vecchie automobili e anche dei treni di vecchia concezione tuttora in circolazione erano realizzati anche con fibre di amianto.

Molti studi dimostrano che le coperture in cemento amianto si disgregano e si alterano superficialmente liberando nell'aria fibre di asbesto per effetto delle piogge battenti, del vento, del gelo e disgelo, delle piogge acide, dei muschi e licheni, solo per citare alcuni fenomeni che presiedono all'alterazione superficiale di tali materiali.

A questo punto dobbiamo domandarci: che possiamo fare per difendere e salvaguardare l'ambiente e la salute pubblica ???

La normativa vigente prevede che laddove è presente amianto, il titolare dell'immobile effettui periodicamente dei controlli e dei monitoraggi analitico - ambientali, per verificare se vi siano ancora le condizioni igienico - sanitarie per poter continuare a vivere sotto il tetto dell'edificio.
Laddove il fenomeno di disfacimento è in atto e si assiste alla liberazione di fibre nell'aria, occorre intervenire con uno dei seguenti sistemi:

>> rimozione della copertura e sostituzione della stessa con un'altra non contenente amianto
>> incapsulamento delle superfici per fisasre le fibre d'amianto alla matrice ( cemento )
>> confinamento delle superfici mediante la realizzazione di appositi controsoffitti.

Chiaramente tutti gli interventi di cui sopra devono essere realizzati ( previa redazione di un apposito piano di lavoro approvato dalla ASL di competenza ) da ditte qualificate iscritte all'Albo Gestori Ambientali, i cui operai e prepositi abbiano conseguito un attestato di frequenza con profitto a specifici corsi di formazione, informazione ed addestramento.

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Amianto: decreto ministeriale attuativo dell’art. 1 commi 20, 21, 22 della L.247/07 : Benefici previdenziali in favore di specifiche categorie di lavoratori che hanno svolto attività lavorativa con esposizione all’amianto.

>> La norma afferma la validità delle certificazioni rilasciate dall’Inail per il conseguimento dei benefici previdenziali previsti dall’art. 13 comma 7 della L. 257/92 ai lavoratori, dipendenti da aziende interessate dagli Atti di indirizzo del Ministero del Lavoro, che abbiano subito l’esposizione all’amianto durante l’attività lavorativa per periodi anche successivi al 1992 (quando entrava in vigore la L. 257) fino all’avvio dell’azione di bonifica e, in ogni caso, verificatisi al massimo entro il 2 ottobre 2003.
Il decreto, non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, definisce espressamente sia i destinatari della norma che le procedure da attivare per ottenere le certificazioni.


Destinatari:
Possono avvalersi della certificazione rilasciata dall’Inail i lavoratori che:

- hanno presentato all’Ente assicuratore la domanda per il riconoscimento dell’esposizione all’amianto entro il 15 giugno 2005;
- hanno lavorato nelle aziende interessate dagli atti di indirizzo del Ministero del Lavoro, subendo un’esposizione all’amianto per periodi successivi al 1992 fino all’avvio dell’azione di bonifica e, comunque, entro il 2 ottobre 2003, nello svolgimento delle mansioni ed all’interno dei reparti indicati negli stessi atti di indirizzo e per i quali tali provvedimenti
riconoscano l’esposizione protratta fino al 1992;
- non siano titolari di trattamento pensionistico da epoca precedente al 1° gennaio 2008 (data di entrata in vigore della L. 247/07).



Domanda:
I lavoratori interessati devono presentare apposita domanda all’Inail entro 365 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto.
Nella richiesta gli stessi devono precisare:

- di aver effettivamente presentato anche la precedente domanda entro il termine decadenziale del 15 giugno 2005;
- di non essere titolari di pensione alla data del 1° gennaio 2008.


Tenendo conto della finalità che il legislatore ha inteso perseguire con l’emanazione della norma contenuta nella L. 247/07 e con il conseguente decreto attuativo - cioè quella di agevolare il pensionamento dei lavoratori occupati nelle aziende individuate dagli Atti di indirizzo che hanno
necessità, per perfezionare il periodo di esposizione ultradecennale, della certificazione anche per i periodi successivi al 1992 - si ritiene che:

- i lavoratori debbano presentare la domanda esclusivamente per ottenere la certificazione di esposizione all’amianto per i periodi successivi al 1992, in quanto è presumibile che siano già in possesso di quella relativa a periodi che si collocano fino a tale data, non sufficienti, però, a raggiungere il requisito di esposizione ultradecennale;
- qualora, tra questi lavoratori ci sia qualcuno che, per i periodi precedenti, non abbia ottenuto dall’Inail la certificazione o ne abbia una negativa – nonostante i relativi Atti di indirizzo abbiano previsto l’esposizione nel reparto e nelle specifiche mansioni fino al 1992 - è necessario presentare la nuova domanda per i periodi successivi al 1992, e, contestualmente,
avviare o proseguire, se è già stato attivato, il contenzioso con l’Ente previdenziale in riferimento ai reali periodi di esposizione;
- la stessa procedura di cui al punto precedente deve essere seguita anche nel caso in cui gli Atti di indirizzo ricomprendano periodi di esposizione protratti, invece, fino a data precedente al 1992: ciò significa che, se ci fosse stata attività con esposizione all’amianto successiva al 1992, i lavoratori devono presentare la nuova domanda per tali periodi e, contestualmente, avviare o proseguire, se è già stato attivato, il contenzioso con l’Ente
previdenziale.

Rimane fermo, infatti, il principio che, soddisfatta la procedura fissata dal decreto – sia nelle modalità che nei termini di decadenza (365 giorni dall’entrata in vigore) – dalla quale non si prescinde, l’azione giudiziaria va in ogni caso espressa in relazione all’effettivo periodo di esposizione, ovviamente fornendo la prova "qualificata" dell’esposizione per tutta la reale durata (indipendentemente dal fatto che frazioni dello stesso siano state già ricompresse negli Atti di indirizzo), salvo quei periodi già riconosciuti con certificazione e non contestati dall’Ente previdenziale.

Documentazione:
Per il rilascio della certificazione, l’Inail, dovrà acquisire:

- la domanda da parte dei lavoratori
- la comunicazione da parte delle Asl competenti circa la data di avvio dell’azione di bonifica o del mancato avvio della stessa
- il curriculum professionale del lavoratore, rilasciato dal datore di lavoro, dal quale risultino le mansioni, i reparti ed i periodi lavorativi svolti dopo il 1992 (se tale documento fosse già in possesso del lavoratore, è opportuno allegarlo alla domanda).


Obblighi del datore di lavoro:

Il datore di lavoro è

tenuto a rilasciare il curriculum lavorativo, ma anche a fornire all’Inail tutte le notizie utili per il rilascio della certificazione.
Per superare eventuali controversie relative al rilascio ed al contenuto del curriculum professionale o per risolvere le situazioni legate ad aziende cessate o fallite, trovano applicazione le disposizioni dell’art. 3, commi 4 e 5 del D.M. 27 ottobre 2004, che prevedono l’attribuzione della competenza e
l’intervento della direzione provinciale del lavoro.
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Si ricorda che tutte le sedi della CISL e del Patronato INAS sono a disposizione per la presentazione delle richieste di cui alla presente normativa.

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Indennità disoccupazione Requisiti Ridotti

Anche quest'anno il Patronato I.N.A.S. - C.I.S.L. mette a disposizione la propria competenza e professionalità per la compilazione delle domande di disoccupazione con requisiti ridotti, che scadono il 31 marzo 2008.

Urge in questa sede ricordare un attimo di cosa si tratta e quali sono i requisiti richiesti:


A CHI SPETTA :

Spetta ai lavoratori che non possono far valere 52 contributi settimanali negli ultimi due anni, ma che:
>> nell'anno precedente abbiano lavorato almeno 78 giornate, comprese le festività e le giornate di assenza indennizzate (malattia, maternità ecc.);
>> risultino assicurati da almeno due anni e possano far valere almeno un contributo settimanale prima del biennio precedente la domanda.

Spetta, di regola, per un numero di giornate pari a quelle effettivamente lavorate nell'anno precedente e per un massimo di 180 giornate.

QUANTO SPETTA :

L’importo è pari al 35% della retribuzione media giornaliera per i primi 120 giorni e al 40% per i giorni successivi, nei limiti di un importo massimo mensile lordo di 844,06 €, elevato a 1.014,48 € per i lavoratori che possono far valere una retribuzione lorda mensile superiore a 1.826,07 €.


LA DOMANDA :

La domanda di indennità di disoccupazione con requisiti ridotti deve essere presentata all’Inps (su modulo DS21) entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui è cessato il rapporto di lavoro.
Da ricordare che ogni domanda, per essere presa in esame, deve contenere tutte le informazioni e la documentazione ritenute indispensabili e richieste dal modulo stesso, come previsto dall’articolo 1, comma 783 della legge 296/06.

Alla domanda devono essere allegati:
>> la dichiarazione (modulo DL 86/88bis) di ogni datore di lavoro presso il quale è stata prestata la propria attività nel corso dell'anno precedente;
>> la richiesta di detrazioni d'imposta;
>> il mod. anf per chi richiede gli assegni familiari, con esatta indicazione dei dati anagrafici, codici fiscali, redditi per gli anni 2005 e 2006, ed eventuale mod. SS3 se nel nucleo familiare sono compresi degli inabili.

Tutta la modulistica, oltre che essere disponibile negli sportelli dell'INPS e sul sito dell’Istituto " www.inps.it ", è presente anche nei nostri uffici, dove viene effettuata la trasmissione on line !!!


IL PAGAMENTO :

L'indennità può essere riscossa:
>> con assegno circolare;
>> con bonifico bancario o postale;
>> allo sportello di un qualsiasi ufficio postale del territorio nazionale.

Nel caso di accredito in conto corrente bancario o postale devono essere indicati anche gli estremi dell'ufficio pagatore presso cui si intende riscuotere la prestazione, nonché le coordinate bancarie o postali (IBAN, ABI, CAB) e il numero di conto corrente.

L'indennità non è più riconosciuta nei confronti di chi si dimette volontariamente, ma soltanto in caso di licenziamento (fanno eccezione le lavoratrici in maternità).
L'indennità è riconosciuta inoltre quando le dimissioni derivano da giusta causa (mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali, modifica delle mansioni, mobbing).


IL RICORSO :

Nel caso in cui la domanda venga respinta l'assicurato può presentare ricorso, in carta libera, al Comitato Provinciale dell'Inps, entro 90 giorni dalla data di ricezione della lettera con la quale si comunica il rifiuto.
Il ricorso, indirizzato al Comitato Provinciale, può essere:

>> presentato agli sportelli della Sede dell'Inps che ha respinto la domanda;
>> inviato alla Sede dell'Inps per posta con raccomandata con ricevuta di ritorno;
>> presentato tramite uno degli Enti di Patronato riconosciuti dalla legge.

Al ricorso vanno allegati tutti i documenti ritenuti utili.

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Pensioni di Vecchiaia: nuove finestre dal 2008





Con la legge 247 del 24 dicembre 2007, che ha recepito i contenuti dell’accordo del 23 luglio fra Governo e parti sociali, sono state apportate significative modifiche alla disciplina del diritto alla pensione di Vecchiaia, con l'introduzione di nuove finestre

Le modifiche riguardano sia i lavoratori dipendenti sia i lavoratori autonomi che matureranno i requisiti a partire dal 2008.

Sono invece salvaguardati i diritti dei lavoratori che hanno già maturato i requisiti per la pensione di anzianità al 31 dicembre 2007.



Vi preghiamo di controllare con attenzione la tabella sottostante, e di contattarci prima di rescindere l'eventuale rapporto di lavoro con la vostra azienda.




LAVORATORI DIPENDENTI


>>> DATA MATURAZIONE REQUISITI : 1° TRIMESTRE DELL’ANNO

FINESTRA DI USCITA: 1° LUGLIO DELL’ANNO MEDESIMO



>>> DATA MATURAZIONE REQUISITI : 2° TRIMESTRE DELL’ANNO


FINESTRA DI USCITA: 1° OTTOBRE DELL’ANNO MEDESIMO


>>> DATA MATURAZIONE REQUISITI : 3° TRIMESTRE DELL’ANNO

FINESTRA DI USCITA: 1° GENNAIO DELL’ANNO SUCCESSIVO


>>> DATA MATURAZIONE REQUISITI : 4° TRIMESTRE DELL’ANNO

FINESTRA DI USCITA: 1° APRILE DELL’ANNO SUCCESSIVO



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LAVORATORI AUTONOMI



>>> DATA MATURAZIONE REQUISITI : 1° TRIMESTRE DELL’ANNO
FINESTRA DI USCITA: 1° OTTOBRE DELL’ANNO MEDESIMO


>>> DATA MATURAZIONE REQUISITI : 2° TRIMESTRE DELL’ANNO
FINESTRA DI USCITA: 1° GENNAIO DELL’ANNO SUCCESSIVO

>>> DATA MATURAZIONE REQUISITI : 3° TRIMESTRE DELL’ANNO
FINESTRA DI USCITA: 1° APRILE DELL’ANNO SUCCESSIVO

>>> DATA MATURAZIONE REQUISITI : 4° TRIMESTRE DELL’ANNO
FINESTRA DI USCITA:
1° LUGLIO DELL’ANNO SUCCESSIVO





































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